Descrizione
1947. Giovanni ritorna dalla prigionia in terra di Francia. Una volta arrivato a casa, questo rimpatrio non è sempre vissuto in modo sereno. I ricordi sono ancora troppo lucidi e spesso conflittuali e il presente è esasperante, complicato dai debiti contratti dal padre, dai rapporti da ricostruire, dai mille dubbi e da un lavoro da consolidare.
Dall’altro lato Dina, madre di tre figlie, presenta una storia di vedovanza precoce e sofferta; il suo vissuto è strutturato attraverso la ferrea volontà, l’autodisciplina e il dovere, perversa equazione a cui la donna si attiene per tutta la vita, per dare a suo modo valore alla sua esistenza.
Luciana, sua secondogenita, incontra Giovanni e si lega a lui a dispetto di una configurazione psicologica di lei molto contorta e conflittuale. Le altre due sorelle e le loro storie fanno da cornice alla tempesta perfetta di questo matrimonio dai risvolti complessi, e agli accadimenti a venire.
Giovanni e Luciana si incontrano e si fidanzano in un contesto popolare dell’Emilia del dopoguerra. Lui è appena ritornato da una prolungata prigionia e si sente ancora preda di ricordi legati al campo di guerra e, inoltre, i gravosi impegni familiari non aiutano. Lei, secondogenita di tre sorelle, lotta contro i tormenti interiori e vive un difficile rapporto con la madre autoritaria e vedova. Poi, il matrimonio…
“Si fermò e si sedette per imprimersi nella retina quella scena; poi presero forma i colli armoniosi, il castello di Guiglia, la valle perfettamente incuneata del Panaro e quelle piccole case sparse e collocate a diverse altezze che sapeva nominare, una ad una, partendo dai nomi di chi le abitava”.